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Curiosità: un pizzico di magia tra realtà e fantasia 6


Immagine di Chiara Casalini
Scendo in cucina e prendo quattro sacche di sangue, notando come la mia scorta sia drasticamente diminuita in pochi giorni, e mi reco dunque in soffitta. Le sistemo accanto al grande cerchio, tracciato sul pavimento esattamente al centro della stanza, mentre al suo interno sistemo l'athame e l'olio rituale. Mi posiziono sul punto a nord della circonferenza e, dopo un momento in cui resta solo il ricordo di un profondo respiro, inizio a percorrerla in senso orario. Un passo dopo l'altro cerco la giusta concentrazione: devo sgomberare la mente da ogni pensiero e mi aiuto fissando il movimento ritmico e alternato dei miei piedi, fino a compiere il giro tre volte, prima di andarmi a sedere nel mezzo.
Quando termino l'incanto il sangue sfrigola sulla polvere per un istante, senza lasciare alcuna traccia, segno che è andato a buon fine.
da "L'Ultima sfida"


Avevo promesso di parlarvi del numero 3, così spesso ripetuto nei rituali di Scarlet. A prescindere dal suo essere presente nella quasi totalità delle tradizioni esoteriche, spesso per motivi comuni o similari, posso dirvi che il suo significato nella stregheria di campagna (veneta) è pressoché identico a quello proprio della tradizione nordica, cosa che mi ha piacevolmente colpito. Mi rifaccio, dunque, principalmente a quest'ultima, a cui ho legato il mio cuore.
Il numero 3 rappresenta la totalità dello spazio e del tempo, poiché lo spazio viene suddiviso in tre piani (Mondo di Sotto, Mondo di Mezzo, Mondo di Sopra), così come il tempo viene letto in in tre fasi, ovvero passato presente e futuro.
In un atto magico, ripetere tre volte il rituale, o parte di esso, lo porta a essere completo e ne definisce l'efficacia stessa, dando alle manifestazioni totalità nel tempo e nello spazio, portandole a essere reali.
Nella tradizione nordica gli esempi sono davvero innumerevoli: dal mito di Gullveig, uccisa e arsa tre volte, che per tre volte rinacque durante la guerra tra Æsir e Vanir; alle tre radici di Yggdrasill, l'Albero Cosmico,  ciascuna delle quali si trova presso una delle tre Sacre Fonti; così come tre furono gli dei che infusero la vita all'uomo (Óðinn, Hœnir e Lóðurr menzionata nella Völuspá, altrove riferita a Odino, Hœnir e Loki, che si ritrovano nel Gylgaginning e nell'Ynglinga saga come Odino, Vili e Vé), ecc.

Volendo spostare un attimo l'attenzione alla forma, il 3 origina un triangolo, solitamente inteso come  equilatero, che è un simbolo di equilibrio e di unione. Con la punta rivolta verso l’alto identifica il Fuoco, una spinta creativa verso l’alto, il divino; con la punta rivolta verso il basso rappresenta invece l’Acqua, una connessione che dal divino discende come conoscenza nella sfera emotiva. Secondo le tradizioni antiche il triangolo unisce corpo, mente e spirito, proiettandoli dunque secondo il senso di cui si abbisogna in quel momento. 
L'unione dei due triangoli crea l’esagramma, che è quindi la fusione delle due pulsioni e dei due Elementi, Fuoco e Acqua, i quali giungono a un equilibrio che dona completezza. Qui lo spirito è lo spazio centrale creato dall’intersezione dei due triangoli.

Spero di avervi dato abbastanza spunti 😊

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